questo momento, post elettorale, post ottomarzoduemilaCredici, mi sta facendo salire una rabbia sorda, un'energia che ben conosco e per cui potrei attaccare ai polpacci qualcuno (di solito i più cari). se non fosse per il web, in questo momento, sarei solo arrabbiata e invece:
leggo il post di Christian Sarno e quello di Monica Cristina Massola e la "carezza" che ne ricevo mi fa sorridere, non più esplodere.
ma soprattutto c'è un progetto che sto osservando da qualche settimana che nasce dalla rete e solo grazie alla rete che credo sia una possibile strada interessante: il progetto si chiama Cowinning e sta sperimentando pratiche innovative di fare rete tra soggetti che usano (molto) il web per lavoro con molta passione.
non è il loro primo obiettivo ma sta diventando per me significativo perché è un tentativo che potrebbe insegnare alla rete ad andare oltre l'utilità di un contatto diretto tra due soggetti: sta cercando di fare rete, di mettere in comunicazione persone, idee e competenze differenti. e che nei partecipanti ci siano 10 donne e 2 uomini non mi sembra casuale: le relazioni sono spesso molto spesso (troppo?) in mano alle donne.
stiamo sempre più dicendoci, nei contesti professionali che attraverso, che il senso di comunità dei cittadini è lasciato sullo sfondo e che in un periodo (periodo??) di crisi come questo va recuperato per cercare di riconnettere ciò che si è sconnesso visibilmente che diventa preziosissimo quando il resto dello spazio individuale viene ribaltato (lavoro, famiglia, casa, futuro...). gli va data nuova luce e nuovo respiro. vanno ricomprese sia nell'importanza che nella quotidianità i gesti di cura della comunità, di crescita e di appartenenza. ciò (il senso di comunità appunto) comprende differenti livelli: le relazioni, gli interessi, le possibilità.
che dunque arrivi un progetto d'apertura dal web mi sembra un passo grandioso, capace, se lo si coglie e lo si comprende, di innescare un pensiero nuovo, di insegnare ad altri che e come è possibile costruire nuove e significative relazioni a partire da una conoscenza digitale, informatica, distante ed individuale per connettersi e creare realtà originali. e per lo più, femminili.
Ciao Anna,
RispondiEliminaIn effetti credo che #cowinning sia un progetto innovativo e stimolante. In una realtà sempre più frammentata questo format consente di costruire relazioni che partono dalla rete e che impongono un cambiamento di mentalità pulito e necessario.
In questo le donne sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale, a mettersi in gioco e a condividere i loro talenti. Sono felice di assistere a questi esperimenti che mettono in luce come individualità di valore possano emergere con forza costituendosi in gruppo.
la vera magia sta nel fatto che il rapporto di 10-2 non è voluto, è venuto in modo spontaneo, inoltre il nostro leader è una giovane donna, per di più mamma, che guida la crew con determinazione e competenza. Sarà che io ho sempre lavorato con donne al comando, ma in cowinning il problema di genere non esiste e non esisterebbe neanche se il rapporto fosse invertito, perché la gente del web, quella vera, quella che si cerca, che scova la bellezza dell'intelligenza non è interessata a quest'argomento.
RispondiEliminaapprofondimento su una possibile lettura sul SENSO DI COMUNITà è disponibile qui
RispondiEliminahttp://lezionidivolopuntoit.blogspot.it/
inoltre, rispondendo a @Matteo, mi metti una pulce nell'orecchio enorme: nel senso che secondo te essere donna o uomo sul web non incide sulle relazioni che si creano??
DuemilaCredici... il mio slogan preferito!
RispondiEliminaGrazie mille Anna, un post fantastico!
addirittura....;-)
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