Film italiano sugli
adolescenti ma decisamente dedicato al mondo adulto, #Banana è il
soprannome di un ragazzino che nel gioco del calcio viene sempre
messo a fare il portiere dai compagni, perché la palla la tira
sempre fuori, ma che non rinuncia al sogno di ricercare la felicità,
che lì sul campo da gioco è riuscire a fare goal.
Banana, maglietta gialla
del Brasile, per questo sogno non si ferma davanti alle botte dei
compagni quando immancabilmente la palla da lui calciata finisce
oltre il muro e ritorna immancabilmente bucata.
Film costellato da
personaggi adolescenti che vestono panni di adulto molto comuni: il
violento, quello attaccato ai soldi e col mito della macchina, la
ragazza pluri-bocciata ma molto trendy e "gettonata" dai
maschietti, dai quali si lascia "consumare" e che non
capisce come sia possibile che Banana la voglia aiutare nello studio
senza volersela portare a letto.
Film costellato anche da
adulti grigi, rassegnati, senza sogni, con relazioni vuote, arcigni e
cinici.
In questo mondo Banana non
rinuncia al suo sogno, ovvero ricercare la felicità, come dichiara
nel tema di italiano, nonostante le botte e le fregature che gli
tornano indietro.
Banana dunque che adolescente è? Difficile dirlo, nel contesto della pellicola si può inquadrare, ad una prima lettura, come adolescente anomalo, impermeabile al grigio,
sicuramente un sognatore..ma più che sognatore..
..Quando all'ennesima nota
sul registro presa per aiutare Jessica nell'interrogazione, la
professoressa di Italiano gli chiede: "ma perché lo fai? perché
rischi così?",
Banana risponde di aver giurato che nel mondo non fanno tutti schifo.
Banana risponde di aver giurato che nel mondo non fanno tutti schifo.
Giuramento che più che
speranza è una promessa, una dichiarazione di impegno e di
responsabilità che scarta la logica costi-benefici/ "do ut
des", in cui tutti gli altri personaggi sono invischiati,
diventando inesorabilmente grigi e tristi.
Provando ad uscire da
questa logica, puramente economica e quantitativa, per approdare ad
una logica qualitativa, valoriale, etica, allora Banana non può che
rivelarsi quale è: un eroe che lotta per i propri sogni, che non si
piega ad una realtà grigia e che riesce, una goccia nel mare, a
strappare un sorriso e un cambiamento nella cinica professoressa, che ritrova interesse all'ascolto e all'incontro con l'altro.
Secondo questa logica
allora Banana non appare più anomalo, ma l'unico vero adolescente
del film: l'unico a credere in modo autentico nell'amicizia, nell'amore, nelle
promesse, nei sogni, nella relazione con le "persone speciali", mentre tutti gli altri sono adolescenti adultizzati troppo presto e,
di più, imbruttiti troppo presto. Come forse spesso accade.
Allora posso dire, con la
consapevolezza che oggi alcuni adolescenti sono grigi, che
riesco a vedere una adolescenza ancora capace di sognare e di portare
colore, anche se il colore in mezzo al grigio può risultare
anomalo.
Anomalo sì, ma rispetto a
logiche a cui non voglio a cui non intendo necessariamente aderire e spero e sogno..anzi prometto..di riuscire sempre
a valorizzare negli adolescenti che incontro quel po ' di Banana che
riconosco in loro.
Un altro mondo è possibile come dichiara il cartellone pubblicitario che fa da sfondo alle confidenze tra Banana e Jessica.
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