ci sono esperienze che lasciano segni indelebili, che mettono a nudo capacità e fatiche, abilità e disabilità individuali.
ci sono lavori che riguardano te soltanto e altri che coinvolgono molte altre persone.
ci sono momenti in cui devi tirar le fila di tutto ciò, comprendere ciò che hai imparato, ciò che lasci ad altri, ciò che ti resterà sempre dentro.
ci sono fatiche, come quella di scrivere questo post, tutte emotive.
perché, mentre sento della tragedia successa la notte scorsa a Lampedusa e delle ignobili parole espresse, non posso non fare il parallelo con un'esperienza di incontro, di meticciamento, di accoglienza e di inclusione sociale a cui ho partecipato.
un luogo difficile per contesto sociale, una scuola di periferia del mondo, con almeno una decina di lingue che, sempre e spesso diverse, ascoltavi fuori dai cancelli.
per tre anni il progetto Welcome ha portato la parola accoglienza in ogni gesto, in ogni frase, diventando "un profumo, un'essenza che permea tutte le discipline"1.
per tre anni ho bussato a porte, proposto sguardi, aiutato a costruire nuovi legami, coinvolto colleghi, insegnanti, genitori con la convinzione sincera che quella scuola è una scuola di eccellenza: una scuola che mostra competenza e professionalità al passo coi tempi, che ha a cuore i bambini che incontra e che accompagna a volte per molti anni, a volte per pochi mesi.
la scuola ha risposto prima resistendo, poi lasciandosi contaminare da proposte "strane", vagamente invasive che puntavano sul far entrare in contatto prima e in relazione poi, gli adulti che con quei bambini hanno quotidianamente a che fare.
I genitori non si sono tirati indietro mai; gli insegnanti hanno imparato a fidarsi di loro, delle loro idee, della loro disponibilità a pensare di essere da supporto alla scuola "perché ci tengo, perché è la scuola di mio figlio e voglio contribuire a migliorarla"2. una dichiarazione d'amore per la scuola pubblica di cui c'è bisogno; dall'altra parte docenti che possono fare la differenza, che sanno muoversi in questa direzione.
c'è però una scommessa ora: che l'accoglienza diventi parte di un
sistema che vada oltre a ciò che ogni singolo ha appreso ed imparato
attraverso il progetto Welcome, diventando patrimonio collettivo della
scuola e del suo territorio perché il tesoro luccicante che si è piano piano scoperto, li, proprio in un luogo dove non ci si può immaginare di trovarlo, è delicato e fragile.
le basi ci sono, le persone anche.
bisogna non farsi imbrigliare dalle formalità non necessarie, non irrigidirsi nella burocrazia che limita la fantasia e la possibilità, bisogna aver a cuore i bambini, gli alunni e la scuola. pensando ogni giorno, in ogni sguardo, a tutta la complessità.
questo mi auguro che rimanga, questa è la vera sfida che è sul piatto.
è questo che Lunedì 7 ottobre presenterò alla IV Conferenza Europea delle Scuole che promuovono Salute per cui siamo stati selezionati.
e con me, in quel discorso, vorrei far risuonare le voci e le esperienze fatte da tutti i bambini, gli insegnanti e tutti i genitori coinvolti.
1. Maestro Ivan Taurino
2. Le parole delle mamme del Gruppo Genitori
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Il progetto Welcome è nato da una coprogettazione dell'Ex Terzo Circolo Didattico "Enzo Bontempi" di Pioltello (Mi) e dalla Cooperativa Sociale Milagro finanziato da Fondazione Cariplo. Il progetto triennale si è concluso a giugno 2013.
Il Circolo Didattico era composto da una Scuola Primaria e da una Scuola dell'Infanzia; a settembre 2013, attuando le normative regionali, le scuole sono state accorpate con altre del territorio diventando un unico grande circolo didattico.